MILANO, 01 SET – «Il difensore centrale approda in nerazzurro dalla Lazio. Indosserà la maglia numero 15. Ora, è tempo di una nuova avventura. Benvenuto all’Inter, Francesco!» [Nota ufficiale Inter] .

E’ finita nell’unico modo in cui era ammissibile finisse…
Io avevo iniziato a credere che la luce in fondo al tunnel non si sarebbe potuta vedere.
Ricordo che c’era ancora la questione Super Green Pass quando per la prima volta fu annunciata la “guerra fredda” tra Francesco Acerbi e la Curva.
Nel frattempo sono passati mesi, sono finite le restrizioni, la campagna vaccinale e ancora la tiravano per le lunghe.
Giuro, pensavo che sarei andata in menopausa prima di capire se ACE avesse accettato o no il Monza.

Invece, alla fine, nel tunnel si è fatto giorno.
Certo, detta così sembra che sia stata una roba frettolosa, in realtà no, in realtà la stampa c’ha ammorbato l’esistenza per mesi.

E poi niente, l’ultimo colpo di mercato mi ha un pochino spiazzata, se devo essere sincera.
Nessun libro aperto col finale scritto, ma l’Inter che ha oscillato parecchio tra paraculata e pragmatismo.
Cioè, solitamente più se ne parla, più la trattativa è già finita prima di iniziare.
A questo giro, invece, è andata esattamente al contrario.
Ci ha pensato Zhang a coglierci di sorpresa, facendo la scelta meno quotata dai bookmakers montando l’hype a bestia.
Inutile girarci attorno: fino alla fine, nei programmi della società nerazzurra, Acerbi non è stato il primo nome.
L’aveva dichiarato lo stesso Pastorello (procuratore Acerbi) appena pochi giorni fa.
Più che altro, rappresenta una soluzione a basso costo, quello che può concedersi.

Del resto

È il giorno dei saluti, quindi cercherò di concentrarmi sulle cose buone. E di cose buone ce ne sono perché, finché è durata, ACE ha fatto il meglio che potesse fare.
È stato in difesa l’unica certezza per mesi e mesi. Ci sapeva fare, sapeva tener testa a tutti, così sicuro di sé da risultare intrigante. Fondamentalmente è sempre stato tra quelli che possedevano il quid in più che un calciatore deve avere.
A me Acerbi era piaciuto fin dall’inizio.
Mediamente sbruffone nell’animo, arrogante senza esagerare e mai irritante. Era indubbiamente quello che vedevo più stimolante e meno prevedibile davanti la porta biancoceleste, detto in poche parole.

Una fortissima stima iniziale, poi però le cose sono visibilmente cambiate e che non ci fosse nulla che potesse far pensare alla voglia di continuare la sua storia in biancoceleste, a me sembrava più che palese.
Avrebbe potuto scegliere di restare ma l’avrebbe fatto per una sola ragione, e tutti sappiamo quale.
Sì , perché a non avere mercato intorno ci si può restar male e dopo ripetute prese per il culo si sta tanto, tanto peggio.
E’ così, funziona così.
Magari è brutto ma è così e chi fa il calciatore di mestiere lo sa, o perlomeno dovrebbe saperlo.
Sai che ti stai mettendo in gioco e sai che per una stagione buona, poi magari ce ne sta un’altra che ti lascia deluso, ma se temi la delusione allora non dovresti proprio giocare a calcio.

A parte questo, comunque, devo dire che le reazioni di Acerbi sono state molto più misurate di quelle di alcuni suoi non-sostenitori.

Per quanto mi riguarda, come ho avuto modo di scrivere in questi mesi, nelle ultime partite avevo trovato abbastanza innaturale il tentativo di apparire più tosto e cazzuto al solo scopo ignorare i fischi.

Ma oggi, mi aspettavo anche qualche scena madre, probabilmente titoloni a tutta pagina e invece, voilà, niente baraccume.

Questo ragazzo può avere tanti difetti, però dà la sensazione di essere una persona perbene.

Rifiutare l’Inter sarebbe stato il colpo di scena che mi avrebbe fatto amare ACE for ever. Nonostante l’impossibilità del pensiero, auguro sempre il meglio a tutti e nella sostanza lo farò pure stavolta.
Con la Lazio era completamente cambiato, ha perso le sue certezze e pian piano la sua maschera da strafAIGO è caduta.
Non so quanto durerà la felicità per la Reunion con Simone Inzaghi, quante occasioni avrà per mettersi in luce, ma se lo scopo della dirigenza nerazzurra è riuscire a prendere qualcuno che al mister piace molto, beh, allora ce l’hanno fatta.

Quindi, L’augurio è che Milano possa essere l’inizio di un qualcosa di importante.

Una sola raccomandazione: fa’ attenzione, France’.
Perché il passato e la gratitudine non si dimentica, però De Vrij e Correa hanno sentito più vaff@nculi loro allo Stadio Olimpico, che ‘n trattore sulla Pontina.
Interisti avvisati, mezzi salvati!

Simplemente, Xoxo.

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